Un'altra storia di successo arriva dal nostro team di Juba, Sud Sudan!

Alfred Dimido 5Alfred Demido Andria arriva puntuale al meeting. La project manager del CBID lo ha invitato a Usratuna il 16 novembre 2021. Arriva in boda boda, un locale mezzo di trasporto (moto taxi). Cammina lentamente e accompagnato da un bastone bianco, che tiene stretta. Gli uffici CBID sono nuovi per lui, quindi procede con attenta precauzione. Alfred è uno dei partecipanti al Mobility and Orientation Training, organizzato dall'associazione sud sudanese per persone ipovedenti (SSAVI) in collaborazione con OVCI.

Si siede su una sedia di fronte al main desk e dialoga con la calma e la serenità di un uomo consapevole di essere nel bisogno, ma consapevole anche di tutti i successi raggiunti nell'arco della vita. Ha 63 anni ed è in pensione; fino a poco fa insegnava e faceva ricerche riguardo la sua cultura. Quando era giovane era solito viaggiare ed esplorare la sua terra e, in diverse occasioni, ha incontrato delle comunità totalmente autonome che coltivavano la terra con i propri strumenti, quali asce, coltelli e vasi prodotti da materiali locali. Per quanto gli riguarda, questa saggezza sta per essere persa nella Sud Sudan "moderna". Durante l'intera chiacchierata sembrerebbe un uomo vissuto e senza stanchezza, che riesce a vedere le opportunità celate dietro le disavventure.

Il suo malanno recente, dal quale ha esitato una disabilità visiva, non lo ha fermato dal prendere parte ai movimenti della società civile. Oggi è segretario per l'EAVI (Equatoria Association for Visual Impaired), un'organizzazione recentemente formata. Grazie alla rete del territorio è venuto a coonoscenza di queste 4 settimane di formazione: "Avevo bisogno di un bastone bianco adatto e di sapere come funzionasse, così ho chiesto di partecipare". Così è stato, e ha preso dimistichezza delle diverse tecniche. "Qui ho avuto modo di correggermi. La formazione mi ha aiutato molto perché ora distinguo meglio le tipologie di pavimentazione, o se c'è sabbia o acqua. E a seconda del tipo di pavimento uso la tecnica adatta. Grazie alla informazioni ricevute, ora pongo molta più attenzione ai sensi, ad esempio se sento un suono di un generatore elettrico o di una motocicletta."

Alla domanda: "Cosa significa l'indipendenza per te?", Alfred risponde: "Un grande raggiungimento. Prima non sarei riuscito ad andare autonomamente a Muniki (distretto di Juba); ora posso muovermi fino alla fermata del bus e ritornare. Essendo indipendente, come essere umano, posso aiutare me stesso e gli altri. Indipendenza è non essere di peso per gli altri, fare quello che si desidera e richiedere aiuto solo per ciò che non si riesce. Per la maggior parte del tempo sono in casa, ma ora posso fare piccoli lavori in famiglia. Provvedo alla mia igiene personale e contribuisco all'igiene ambientale.”

Alfred ci ricorda che l'indipendenza è un punto d'arrivo desiderabile per le comunità, per quelle rurali autosufficienti e per le persone con impedimenti visivi. La lotta per l'autonomia ha a che fare con la dignità e il rispetto e l'assenza di questi fattori danneggia i diritti umani.