Sono le 6:30 del mattino a Ponte Lambro. Suona la sveglia e, assicurati che entrambi fossimo svegli, facciamo colazione… nessuno dei due riesce a mangiare, lo stomaco si era chiuso dall’ansia, dalla paura di dover fare quel salto nel vuoto che ci avrebbe permesso di affrontare l’inizio di un nuovo percorso della nostra vita; eravamo però anche pieni di tanta felicità, energia e curiosità di conoscere una realtà completamente nuova. Le valigie sono chiuse, è tutto pronto. A Malpensa, dopo una lunga coda ai controlli di sicurezza e qualche lacrima versata salutando le nostre famiglie riusciamo finalmente ad imbarcarci.  Appena saliti in aereo sentivamo già un’aria diversa... L’aereo decolla.

Marocco 1Alle 15 arriviamo a Casablanca, non facciamo in tempo ad uscire dall’aeroporto che subito conosciamo Adil: l’autista, che ci accoglie con un “marhaba”. Dopo qualche minuto di chiacchierata e un bel “yalla” di incoraggiamento ci dirigiamo verso Rabat: il sottofondo di musica tradizionale ci ha accompagnato durante tutto il tragitto. Arrivati incontriamo Alessandra che ci accoglie con un grande sorriso e ci mostra la nostra nuova casa. I primi giorni sono stati duri: una nuova casa, i primi approcci con la convivenza, abitudini diverse, un contesto culturale diverso, una lingua quasi sconosciuta. 

Il primo lunedì in ufficio conosciamo i collaboratori, sono tutti sorridenti e accoglienti tra un po’ di imbarazzo e qualche difficoltà con la lingua riusciamo a portare a termini i primi compiti, da subito notiamo il bellissimo clima fatto di aiuto reciproco e di momenti di condivisione che hanno l’odore del caffè caldo e di qualche biscotto fatto in casa. Il nostro è un quartiere molto europeo, ma dopo qualche passo ti ritrovi subito catapultato nella vera cultura marocchina, intrecciata tra le strade strette della Medina, sentiamo subito il profumo delle spezie e del cibo, l’odore del caffè che si mischia perfettamente a quello della menta, le urla delle persone, la musica tradizionale che esce da piccoli negozietti, i sorrisi delle persone, i colori dei loro abiti e il miagolio dei gatti che ti passano in mezzo alle gambe.

Il grande chiasso della Medina viene interrotto dall’Adan (richiamo alla preghiera) che risuona dai vari minareti.  I giorni passano e arriva il primo venerdì, il primo cous cous condiviso, è l’ora di pranzo e tutto si ferma per la preghiera, restiamo affascinati nel vedere così tante persone riunite nelle strade che pregano tutte insieme. Per immergerci meglio nella cultura in questi ultimi giorni abbiamo iniziato un corso di lingua francese con la speranza di poter vivere appieno questa esperienza.

Marocco 2La città ti abbraccia ad ogni passo con la sua vita calma, la sua aria fresca che arriva dal mare. Ogni tanto ci capita di fermarci, magari a guardare un tramonto sulla Mohammed V, o di trovarci immersi nel traffico della Medina e di pensare quanto il Marocco e il suo popolo ci abbia insegnato in sole due settimane. Ci capita spesso di tirare le somme a fine serata sul terrazzo della nostra casa qui a Rabat e di notare quanto, anche se poco, siamo cresciuti, quanta pazienza abbiamo già acquisito. A quanto sostegno reciproco siamo riusciti a darci nelle piccole difficoltà incontrate in questi primi giorni.

Il nostro viaggio è iniziato da poche settimane ma ci sentiamo in continuo cambiamento, pronti a scoprire e a scoprirci, metterci in gioco, e accogliere a braccia aperte le opportunità di crescita che il Marocco ha in serbo per noi.

Carla Loi e Francesco Migliorati, Caschi Bianchi con OVCI in Marocco

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