Cele Monica RiccardoIl rientro in Italia alla fine di gennaio 2020, già programmato, si è rivelato più lungo del previsto. A motivo delle normative dettate dall’emergenza Covid19 per i rientri nei vari paesi sede delle nostre attività, solo nel mese di settembre si è riaperto uno spiraglio per il ritorno in Cina. Fortunatamente, le persone già in possesso di un Permesso di Residenza per motivi di lavoro erano nella lista dei potenziali viaggiatori!

Grazie al pronto coordinamento con la sede centrale, è stato possibile preparare tutta la documentazione richiesta dal Consolato. Ho sempre pensato che questa apertura delle normative avrebbe potuto durare per un tempo limitato, per cui ciascuno ha fatto la sua parte consapevole di non poter perdere questa occasione … il processo non è stato semplice, ma affrontando un problema alla volta, siamo arrivati al 1° Ottobre, giorno della partenza.

Da Milano a Francoforte, prima tappa, poi da Francoforte a Chengdu, città della Cina centrale. Impossibile arrivare direttamente a Pechino, accessibile con voli diretti solo da otto paesi. Sul volo verso la Cina, la maggior parte dei viaggiatori è cinese, anche perché gli stranieri che soddisfano le condizioni per il rientro sono comunque molto meno che in passato … i turisti, di solito sempre numerosi, non possono ancora viaggiare.

Sul volo tutti gli operatori sono vestiti come negli ospedali, con le protezioni necessarie: il sorriso e la gentilezza delle hostess riesce comunque ad arrivare attraverso i loro occhi. Atterrati a Chengdu verso mezzogiorno del 2 ottobre, abbiamo un percorso separato dalle altre zone dell’aeroporto. Tutti rifacciamo il tampone, passiamo attraverso le pratiche di dogana e su due bus dedicati arriviamo all’albergo designato per la quarantena. Alle sei del pomeriggio entro in stanza, e da lì uscirò la mattina del 16 ottobre, dopo un altro tampone ed un esame sierologico, fornita del documento che certifica il mio stato di salute.

Posso finalmente rientrare a Pechino, dove troverò Celestina e Riccardo, ed i colleghi della Womende Jiayuan.

Due impressioni molto forti …

Nonostante la permanenza di vari mesi in Italia, quando sono atterrata a Chengdu mi è sembrato di non aver mai lasciato la Cina. Anche se quanto si svolgeva attorno a me era diverso rispetto ai passati rientri, tutto era in un certo senso familiare. Non dico che dopo tanti anni non serva un adattamento, ma certamente uno si trova nel suo ambiente.

Poi le due settimane sempre in camera, che sono passate molto più veloci di quanto avessi potuto prevedere. Direi che sono letteralmente volate. Forse era tale il desiderio di arrivare e vedere tutti, che quanto ci sta in mezzo passa senza vederlo. Il tempo diventa relativo,  come d’altra parte ci insegna la storia di Giacobbe … e lì si trattava di aspettare anni!

La mia vicina di camera si allena quotidianamente con il violoncello, suoni ripetitivi e per niente armonici … fli fli flo flo … Fuori dalla finestra, proprio di fronte, il cantiere di un grattacielo in costruzione, 24 ore su 24, e la notte pare che il ritmo aumenti … pim pum pim pam …

Che questi suoni possano diventare già al secondo giorno di quarantena la colonna sonora del brano musicale per il rientro a Pechino sorprende anche me, che in genere non li sopporto.

La gioia di rivedere tutti è grande, l’ammirazione per quanto hanno fatto in questi mesi ancora di più.

Un altro pezzo di strada insieme, tante cose da fare, non a distanza ma in presenza … ne sono grata.

P.S.

Da ieri è stata ripristinata la normativa che consente il rientro in Cina solo ai diplomatici … la mia previsione che si sarebbe trattato solo di uno spiraglio destinato a chiudersi era esatta … per fortuna eravamo pronti al momento giusto.

Monica Mongodi, Rappresentante OVCI in Cina